Il luì piccolo: specie protetta del Parco Bergamo Ovest

Il luì piccolo è una specie protetta dalla Direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di ‘conservazione degli uccelli selvatici’ (già Direttiva 79/409/CEE). La sotto-specie osservata nel Parco Bergamo Ovest (nell’ambito dell’osservazione ornitologica ivi promossa tra il 2014 e il 2018 da Eyas Awad) è denominata ‘Phylloscopus Collybita’. Essa appartiene all’ordine dei passeriformes e alla famiglia dei sylviidae. L’Italia ospita il luì piccolo sia nel periodo riproduttivo che durante lo svernamento e rappresenta comunque una tappa obbligata della rotta migratoria di questo uccello verso i tradizionali quartieri di svernamento in Africa settentrionale. Pure se non direttamente minacciata, la specie è soggetta a un tendenziale decremento del numero di esemplari, registrato più marcatamente nelle aree golenali della Pianura padana e con fluttuazioni consistenti in Lombardia, esito principale di interventi antropici lesivi del suo habitat ideale.

Il luì piccolo è lungo massimo undici centimetri, per circa otto grammi di peso e apertura alare di massimo diciotto centimetri. La livrea è di colore olivastro, le zampe scure. L’aspetto è simile a quello del luì grosso, da cui si distingue però per la stria sul capo meno marcata e per il diverso colore delle zampe. Il Luì piccolo si nutre di ragni, piccoli insetti, larve e crisalidi. Il suo contesto elettivo è il bosco. Di solito nidifica in boschi ricchi di sottosuolo, siepi, radure e formazioni arbustive, anche alle più diverse altitudini, purché ricche di alberi e sottobosco vario e abbondante. La sua presenza abituale nella Cintura Verde di Bergamo è dunque subordinata alla preservazione di aree boschive e pianure a crescita arbustiva spontanea. Il periodo di cova va da aprile a giugno, ogni coppia depone generalmente fino a due covate, in un nido prossimo al suolo e ricco di foglie, muschio ed erba. Ogni covata conta in media 5-6 uova, bianche e finemente punteggiate di nero e rosso. L’incubazione dura di solito tredici giorni, mentre in circa tre settimane dalla schiusa i pulcini lasciano il nido.

Popolazioni abbondanti e notevole capacità di adattamento caratterizzano questa specie al momento. Nondimeno, i rilevamenti effettuati a scala biogeografica e riportati dalla LIPU, hanno accesso un campanello di allarme sull’attuale tendenziale decremento degli esemplari, registrato più marcatamente nelle aree golenali della Pianura padana e con fluttuazioni consistenti in Lombardia. Le fluttuazioni anche notevoli riscontrate a livello locale dipendono prioritariamente dalla distruzione, alterazione o cattiva gestione di specifici ambienti, in particolare per quanto riguarda aree golenali, segnate da boschetti o aree arbustive lungo corpi idrici, dove è più probabile, per la specie, incorrere in interventi di contenimento della vegetazione idonea, con conseguente distruzione di habitat o perdita delle covate.

È questo il caso specifico dell’area naturale del Parco Bergamo Ovest e di quella agricola a nord di via Francesco Domenico Guerrazzi su cui insistono tracciati irrigui alimentati dalla roggia Oriolo Grasso e San Tomaso e dalla roggia Colleonesca (che pure corre lungo via Moroni ormai parzialmente incanalata da argini di cemento imposti dalla pesante infrastrutturazione ivi insistente), risalenti al XV secolo e diramazioni della più antica e principale roggia Morlana. Si osservi, a questo riguardo, come lungo il reticolo irriguo che attraversa il Villaggio Sposi insistano proprio quelle componenti boschive e vegetative folte lineari che costituiscono l’habitat ideale (e il presupposto per la sopravvivenza) della sotto-specie del luì piccolo.

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